Siamo consapevoli che le Organizzazioni sono costantemente messe alla prova da un mercato sempre più sfidante, dinamico e veloce in altre parole un “VUCA World”. Come può un’organizzazione resistere sul mercato e proporsi in modo proattivo ed innovativo costantemente? Come può passare da un paradigma più “tradizionale” (interdipendente) ad uno più “autonomo” (intersoggettivo), flessibile, e nello stesso tempo rimanere connessa ad una rete in costante evoluzione? Una risposta potrebbe essere quella di allenare costantemente l’agilità mentale di chi vive all’interno dell’organizzazione, così che chiunque e a qualsiasi livello, abbia motivazione, metodi e strumenti per captare le informazioni che girano all’esterno e divulgarle all’interno con circolarità.
Scegliere di favorire l’allenamento all’agilità mentale delle persone che costituiscono l’azienda, significa che essa stessa diventa portatrice di una cultura agile. Concretamente cosa vuol dire? A mio avviso, “essere portatore/portatrice di una cultura agile” significa far star bene le persone, creando quelle condizioni che permettano, a chi ne abbia voglia, di esporsi, condividendo idee ed iniziative con un atteggiamento assertivo, positivo e propositivo. Sì, per fare tutto questo le persone devono stare bene. Un’organizzazione è “sana”, quindi efficace, al passo con ciò che c’è nel presente, se le persone al suo interno sono “sane” e quindi se stanno bene. Cosa significa “stare bene”? Significa, ad esempio, che ogni persona condivide la vision aziendale, ci crede e mobilita costantemente le risorse personali per portare avanti un progetto che ritiene unico. Ed ecco che entrano in campo le “soft skills”, le competenze trasversali, che divengono fondamentali per poter stare bene e quindi essere agili. Diventa, quindi, fondamentale saperle allenare. In particolare parlo di capacità comunicative e relazionali, leadership, team working/building, gestione dei progetti e delle priorità, negoziazione, motivazione, self-efficacy e così via.
Quali vantaggi avrebbe un’organizzazione se, ad esempio, favorisse una comunicazione assertiva al suo interno? Quali vantaggi avrebbe se un’azienda condividesse metodi e strumenti per gestire le priorità? Quali vantaggi avrebbe un gruppo composto da persone capaci di lavorare sulla propria convinzione di autoefficacia ed autostima?
Secondo me di vantaggi ce ne sono molti, per questo molte aziende lavorano su tali aspetti in diverso modo, ad esempio attraverso percorsi di training, counseling e coaching più o meno flessibili in base alle disponibilità.
Esistono svantaggi, per un’azienda, nell’allenare le competenze trasversali?
Se vogliamo considerare come svantaggio, quello di lavorare con persone che propongo le proprie idee, capaci di dare feedback a 360° andando oltre ruoli e livelli, orientati all’obiettivo ed a far crescere l’organizzazione stessa… Beh, detto così, non sembra uno svantaggio… ma io sono di parte!
Quindi, continuiamo ad allenare l’agilità mentale, continuiamo a favorire benessere nelle persone che lavorano con noi, e come dice un mio caro collega: “se parliamo di esseri umani e di dinamiche organizzative, parliamo di scienze della formazione, di scienze umane e quindi anche di psicologia, pertanto parliamo di andare oltre ciò che sembra.”
Buon allenamento!