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Una favolpinguini 3a semplice che insegna uno dei metodi per affrontare il cambiamento presentato da Kotter. Il primo passo è certamente accorgerci che qualcosa sta cambiando ed è necessario trovare subito una strategia per “adattarsi” accettando così la nuova sfida. Cogliere i segnali deboli è fondamentale per potersi preparare a quello che avverrà.  Nel libro i protagonisti sono dei pinguini che dovranno abbandonare la loro “casa” se vorranno sopravvivere, il tutto in poco tempo. Solo dopo una forte resistenza capiranno che è necessario muoversi!

Si tratta di una metafora efficace che ci può aiutare a prevenire drammatici eventi come purtroppo accaduti proprio in questi giorni nel nostro caro paese. Consiglio il testo a tutti, ma in particolare a politici e governatori a cui deleghiamo gran parte della nostra vita. Aiutiamo l’Italia a crescere!

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Che lavoro faranno i ragazzi che stanno frequentando la scuola? I bambini che quest’anno inizieranno le elementari, che cosa faranno tra 20 anni? Che cosa diventeranno? Come si svilupperanno, come cambieranno le professioni nel prossimo futuro?

E’ sconcertante, ma le risposte a queste domande non le abbiamo. Lo sviluppo tecnologico è talmente veloce che non sappiamo quali e come saranno le professioni ed i professionisti del futuro. Ad esempio il medico di oggi sarà molto diverso da quello di domani. Le tecnologie stanno mutando, sempre più velocemente, il nostro modo di vivere e il mondo del lavoro.

Di fronte a tutto questo mutamento come re-agisce o agisce la scuola italiana? Cosa sta dando in più o di diverso rispetto alla scuola di 50 anni fa? Purtroppo sembra non molto, a parte l’introduzione di tecnologie come la LIM, videoproiettori e tablet. Dal punto di vista didattico, che cos’è veramente cambiato? La didattica attuale risponde effettivamente alle esigenze dei bambini e ragazzi di oggi, che domani affronteranno un mercato del lavoro ancora sconosciuto?

Chi è al centro del processo di apprendimento, l’insegnante o lo studente?

Alcuni professori, in particolare faccio riferimento ad una lezione tenuta dal Prof. Vittorio Midoro su “Docenti nell’Era Digitale”, denunciano fortissimi limiti da parte dei giovani nella capacità di utilizzare le tecnologie, ad esempio, per ricercare informazioni, per collaborare nella realizzazione di un progetto, per condividere esperienze e per comunicare. Tutt’oggi l’apprendimento sembra essere il risultato di una comunicazione che va da chi sa’ a chi non sa’. Infatti, nelle classi la disposizione dei banchi presuppone che ci si rivolga all’insegnante come 100 anni fa. Basta fare una ricerca di vecchie fotografie e si noterà che la disposizione dei banchi negli anni non è cambiata (a parte in alcuni rari casi dove i banchi vengono disposti a ferro discuola 4cavallo). L’organizzazione dello spazio prevede ancora una comunicazione unidirezionale, quindi una scuola centrata sull’insegnamento e non sull’apprendimento degli studenti.

Quali ripercussioni ha questa modalità di gestire la didattica? Quali scopi si prefigge la scuola?
Considerato che non basta più saper leggere, scrivere e memorizzare informazioni, ma bisogna acquisire competenze per essere “digital literacy”, quindi scuola studente 2essere capaci di utilizzare i nuovi media ed operare per mezzo di essi, ricercando e producendo informazioni in modo efficiente ed efficace, condividere, comunicare e cooperare. Pertanto è indispensabile sviluppare ed allenare sin da subito la capacità di interagire con l’altro e costruire nuovi significati.

La conoscenza nella scuola viene spezzettata incurricula, in moduli didattici, perdendo così la possibilità di creare, ricercare, nuove connessioni con un approccio verso la scoperta e la costruzione della conoscenza. Al centro troviamo le “materie”, non lo studente che apprende. Nelle classi, spesso, gli studenti si danno le spalle, spesso non si prevedono spazi comuni di interazione e scambio, sia in presenza che a distanza, in collegamento con paesi vicini e lontani, ed ancora:

  Scuola centrata sul docente Scuola centrata sul discente
Concetto di conoscenza Accumulazione di informazioni/fatti.
Quantità.
Trasformazione di informazioni e fatti
Dimostrazione di successo Riferiti a una norma Qualità della comprensione
Valutazione Interrogazioni e prove scritte Valutazione formativa
Uso della tecnologia Presentazioni, studio testi, esercizi Partecipazione, collaborazione web 2.0
Attività in classe Centrata sull’insegnante à curricula Centrata sul discente à interattività
Ruolo insegnante Espositore di fatti.
Colui che porta la conoscenza.
Collaboratore.
Colui che crea le condizioni per…
Progettista
Enfasi istruzione Memorizzazione di fatti Relazioni, indagini ed invenzioni
Liberamente tratto dai materiali del Prof. Vittorio Midoro, Lezione su “Docente nell’era digitale”

In tutto questo processo è fondamentale il ruolo dell’insegnante, ma qual è il profilo degli insegnanti nell’era digitale? A tal proposito, sono state svolte delle ricerche a livello Europeo i cui risultati sono stati raccolti in questi due testi “Europeanscuola studente1 Teacher Towards the Knowledge Society” e “A Common European Framework for Teachers’ Professional Profile in ICT for Education”. In particolare, nell’ultimo testo citato, si propone un profilo di docente capace di far interagire quattro aree: self (se stesso – una visione della scuola), gli studenti (pupils), colleghi (collegues) ed ambiente (enviroment). Il docente/insegnante nell’era digitale è colui che crea le condizioni, progetta ambienti di apprendimento, per favorire la crescita e l’apprendimento degli studenti, non segmentando più la conoscenza ma promuovendone connessioni equilibrate tra processi (modelli, teorie, idee…) e sistemi (libri, applicazioni informatiche…), quindi tra individuo (che apprende), ambiente sociale e ambiente biofisico… “Ambienti di apprendimento” dove l’individuo possa sviluppare una propria identità e costruire, attraverso un lavoro cooperativo, conoscenze e significati sempre nuovi.

By Dott.ssa Ester Varchetta

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“WILL HUNTING – GENIO RIBELLE” di Gus Van Sant del 1997

In questo film Robin Williams interpreta uno psicologo che aiuta un giovane ribelle a sciogliere alcuni nodi interiori ed a trovare la sua strada. Le modalità comunicative e relazionali del terapeuta sono,  a mio avviso notevoli, lo definirei un esempio di assertività ed autenticità in quanto lascia al cliente la possibilità di SCEGLIERE, non lo trattiene, ma costantemente lo supporta nel comprendere quanto sia importante per se stesso, e non solo, esplorare e superare alcune barriere interiori che influenzano la sua vita presente.

Un film che consiglio a terapeuti, counselor, coach/allenatori sportivi, insegnati, educatori. Focalizzerei l’attenzione sulle capacità relazionali dello psicologo: altamente responsabilizzanti e motivanti.

Colgo l’occasione per ricordare alcune delle magnifiche pellicole dove ritroviamo Robin Williams: L’attimo fuggente, Patch Adams,  Mrs. Doubtfire e Al di là dei sogni…e molte altre…

Questo è uno dei tanti bei film che Robin Williams ha interpretato, secondo me, è un esempio di assertività, capace di mantenere un atteggiamento positivo di fronte alle sfide lanciate.

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“Jersey Girl” di Kevin Smith del 2004

Un film che consiglio in particolare a tutti i papà, ai padri di oggi che possono finalmente esercitare pienamente il loro ruolo come guida di vita e luogo sicuro dove figli/e possono nutrirsi di affetto ed attenzioni.

Collegato al tema della paternità, per chi volesse approfondire e ampliare il proprio approccio come genitore, consiglio il libro “Sei un buon papà?” di Tiziano Loschi. L’autore offre interessanti spunti di riflessione sulla ricerca di un “padre autorevole” e consigli su come agire nelle differenti fasi evolutive del figlio/a, dall’attesa all’adolescenza.

Buona visione e lettura! 

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I Sogni Segreti Di Walter Mitty (The Secret Life of Walter Mitty) del 2013 diretto da Ben Stiller.

Un film che tratta il tema del cambiamento in modo profondo ed attuale. Il cambiamento a volte ci viene proposto o imposto dall’ambiente esterno oppure nasce proprio dai nostri desideri che emergono all’improvviso. L’utilizzo da parte nostra dei termini “proposto” o “imposto” dipende da come vediamo o consideriamo tale cambiamento. Il cambiamento di Walter Mitty ha inizio da una ristrutturazione aziendale che gli propone o impone di modificare qualcosa nella sua vita. Certo cambiare è faticoso, è un viaggio, un percorso che non sappiamo dove ci porterà. L’ignoto ci fa paura. Ma se sconfiggessimo la paura e partissimo per questo viaggio, che cosa accadrebbe? E se il cambiamento lo vivessimo fino in fondo, come il protagonista del film, che cosa ci succederebbe? Vi invito a guardare la pellicola collegandola alla vostra vita e porvi alcune domande: ci sono dei cambiamenti che non sto vivendo ma che vorrei…vivere? Quali sono? Che cosa potrebbe succederebbe se decidessi di cambiare…?

BUONA VISIONE! 🙂

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EVEREST di Baltasar Kormákur (2015)
“L’alpinismo porta con sé dei rischi, ma anche tutta la bellezza che si nasconde nell’avventura dell’affrontare l’impossibile” R. Messner

Qualche giorno fa ho visto questo film ed ancora mi trovo a ripensarlo. La cosa mi ha colpito di più è quanto la passione, il desiderio di raggiungere l’obiettivo, il fascino dell’impresa, la paura della sconfitta, fossero così grandi e forti da mettere in secondo piano la propria sopravvivenza.
Vi siete mai trovati nella condizione in cui ostinarsi ad andare avanti vi ha messo in condizione di pericolo?
Cosa avreste fatto se foste stati gli alpinisti? Sareste tornati subito al campo?
E cosa avreste fatto se foste stati le guide? Sareste stati in grado di dire “no! Si torna indietro”?

Un film interessante su cui riflettere…

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COME CRESCERE UN BAMBINO OTTIMISTA di Martin Seligman

L’autore propone ai genitori di imparare a trasmettere ai propri figli un senso di soddisfazione di sé stessi e di sicurezza nelle proprie capacità attraverso un approccio positivo nei confronti della vita loss of weight.

Seligman ritiene che l’autostima si costruisca dopo aver affrontato battaglie, dopo essere riusciti a gestire la frustrazione, raggiungendo i traguardi con le proprie forze e favorendo una buona convinzione di autoefficacia.

Soprattutto ai giorni d’oggi, occorre aiutare i ragazzi ad affrontare le sfide o i problemi e a vedere i lati positivi della vita.
Buona lettura ?