Intelligenza emotiva: è bene svilupparla, non solo perché di moda
Per poter vivere in modo vincente ed essere felici è necessario che ragione e sentimento cooperino efficacemente insieme.
Le emozioni fanno parte dell’essere umano: come è importante imparare a ragionare con la parte “razionale”, è indispensabile, già da piccoli, saper riconoscere, gestire ed ascoltare i propri sentimenti.
Potremmo suddividere la corteccia celebrale dell’Uomo in due parti: l’emisfero destro, che rappresenta la razionalità, quindi la capacità logica, valutativa e riflessiva; l’emisfero sinistro, dove si sviluppa l’impulsività, la creatività, il desiderio. In poche parole, la mente emozionale.
Rinunciare a «coltivare queste abilità emozionali significherebbe trovarsi ad educare individui con un intelletto limitato: un timone troppo inaffidabile per navigare in questi nostri tempi, soggetti a mutamenti tanto complessi»[2].
Soprattutto se consideriamo il fatto che, come vedremo tra poco, le emozioni hanno il potere di influenzare azioni e comportamenti.
Precisamente, l’intelligenza emotiva comprende la capacità di controllare i propri impulsi, ascoltare i sentimenti più intimi, sia propri che dell’altra persona, e costruire delle relazioni.
Possiamo affermare che attraverso l’intelligenza emotiva conosciamo noi stessi (il mondo interno) e possiamo rivolgerci al mondo esterno agendo verso di esso, senza subirlo. In altre parole, l’I.E. (Intelligenza Emotiva) ci rende più consapevoli dei “movimenti” interni e quindi ci fornisce informazioni importanti per l’attivazione dei comportamenti, considerato che “tutte le emozioni sono essenzialmente impulsi ad agire”[3].
Le emozioni sono anche piani d’azione che si attivano per gestire situazioni presenti nel qui-e-ora. Attraverso le emozioni, infatti, siamo in grado di conoscere i nostri bisogni oppure la presenza di un imminente pericolo.
Essendoci una così stretta correlazione tra azione ed emozione, essere consapevoli dei propri sentimenti ci dà la possibilità di agire e non re-agire di fronte a difficoltà, sperimentando comportamenti nuovi ed adeguati alla situazione, mettendo da parte automatismi e schemi mentali che a volte non funzionano.
Ma cosa sono le emozioni e, quindi, a che cosa servono? Possiamo comparare l’emozione ad un “segnalatore del benessere”: attraverso di essa capiamo se stiamo bene in una determinata situazione o meno; esse ci danno quella spinta necessaria ad agire per raggiungere un determinato obiettivo ed assolvono ad importanti funzioni[4]:
- funzione di problem-solving: ci permettono di rispondere in modo adeguato alla situazione presente;
- funzione sociale: attraverso di esse si può costruire il canale giusto per comunicare con l’altro, la base per favorire i legami solidi;
- funzione “decisionale”: esse ci fanno capire se stiamo bene o male, se le nostre scelte sono adeguate a quello che siamo, che stiamo vivendo o che vogliamo fare;
- funzione di vicinanza: esse ci fanno muovere verso l’altro a cui possiamo chiedere o esprimere affetto, vicinanza e comprensione.
Attraverso la conoscenza e la capacità di leggere i sentimenti (genuini) si ha la possibilità di affrontare al meglio la vita, in modo particolare:
- possiamo risolvere i problemi che si presentano nella quotidianità;
- possiamo costruire delle relazioni positive ed equilibrate, dove è possibile dare e ricevere carezze;
- possiamo agire, prendere delle decisioni, in base ai nostri reali desideri ed obiettivi.
In conclusione, avere la possibilità di poter ascoltare e comprendere le nostre emozioni e quelle degli altri, ci aiuta a vivere nel mondo in modo genuino, consapevole, responsabile, autonomo e libero: l’essere umano non può vivere senza le emozioni come non può vivere senza la ragione.
Ester Varchetta
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[1] Giacomo Magrograssi, I giochi che giochiamo, Baldini Castoldi Dalai editore – p.40
[2] Daniel Goleman, Intelligenza emotiva, BUR
[3] Daniel Goleman, Intelligenza emotiva, BUR – p.24
[4] Le funzioni elencate sono state prese da un mio lavoro precedente svolto al termine del 1^ anno del corso di counseling, “Il piacere di sentire”, dove ho approfondito il tema delle emozioni sostitutive e quelle genuine, per favorire la riscoperta delle prime e la consapevolezza delle seconde.
1 Commento
[…] Possiamo affermare che attraverso l’intelligenza emotiva conosciamo noi stessi (il mondo interno) e possiamo rivolgerci al mondo esterno agendo verso di esso, senza subirlo. In altre parole, l’I.E. (Intelligenza Emotiva) ci rende più consapevoli dei “movimenti” interni e quindi ci fornisce informazioni importanti per l’attivazione dei comportamenti, considerato che “tutte le emozioni sono essenzialmente impulsi ad agire”[3]. […]
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